sabato 17 novembre 2007

w il sindacato

Il movimento sindacale deve avere una sua legida indipeendente,deve contestare il potere dove questo gli è concesso nell'arco costituzionale,la salvaguardia del lavoratore per questo canale non può avere un colore politico,in tal caso la sua battaglia può diventare llimitata e limitante,soprattutto in luogo di partecipazione,non pochi lavoratori non si sentono rappresentati o non ritrovano appartenenza nell'attuale scenario idiologico.Come lavoratori dobbiamo lottare uniti per la difesa di quello status che il potere e il Capitale fin qui ci ha concesso,qundo il sistema produttivistico era diretto antagonista,ora il paradigma è cambiato radicalmente,il potere è indefinito e non contestualizzabile nei soli scenari immediati e palpabili,lo sfruttamento si è fatto capillare e colpisce tutti,le braccia le menti,gli affetti e la vita stessa.In questo scenario è improbabile una contrpposizione se non minimale e settaria dei soli lavoratori,bisogna innescare un processo dove possano essere coinvolti tutti gli sfruttati,e questo non avviene se non si esce dal dualismo storicamente dato padrone-operaio.
Non sono certo le rappresentanze sindacali che possono dare risposte,queste non possono che barcamenarsi nelle regole date,
è questo il loro ruolo,ed è in questo che spetta loro muoversi,a chi fuori i gangli dell'Impero spetta creare una nuova base rivoluzionaria.

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