Voglio dire che se la contestazione si identifica nella riforma,
Credere oltremodo che chiunque nel quadro politico attuale possa inefficiare le politiche sovrastrutturali che sono in atto è una chimera,
Parto con una mia personale esperienza dalla quale poi
ho cercato di trarre risposte.
Più di vent’anni or sono mia madre venne da me per
regalarmi un polsino (da tennista) con sopra raffigurato
il “Che”, e non è che lo avesse acquistato in una
occupazione o manifestazione che sia, ma in un
tabaccaio,
avevo tredici anni, vaghe idee sul rivoluzionario ma
metterlo su un polsino mi sembrava quantomeno strana.
Gli stessi tempi nei Ghetti di Primavalle quelli dalle
strade sempre bagnate, avevo un mio amico di quelli
tosti, tipo da stadio, da spranghe odio e razzismo, si
faceva chiamare il “Che Guevara” ( non una divagazione
del singolo frutto dei miei ricordi , già che tutt’oggi mi
hanno parlato di gruppi neo fascisti che al “Che”
rispondono perché no) oggi come allora mi chiedo un
Rivoluzionario Comunista ridotto a questo?
Cosa porta le masse a considerarlo una merce, ad uso e
consumo di chicchessia? Io al "Che" ho dato un senso
indelebile, l’ho stampato a fuoco sul mio corpo e quella
immagine fa parte di me e morirà con me,
e la risposta alla domanda è da rilevarsi nel
condizionamento che il Potere adopera sulle genti e che
si ramifica ovunque , anche nell’ involontario quanto
banale polsino.
Vengo al dunque, la possibilità che il Capitalismo ha di
condizionare la vita del singolo è devastante, questo
intendo nell’accezione di “biopotere” la possibilità dello
stesso di cambiare biologicamente gli istinti innati , le
passioni, ogni pulsione soggettiva viene
immancabilmente forzata ed immessa all’interno del
flusso merceologico ,si oggettiva costantemente in un
qualcosa che sia di uso e consumo, oggetti che in quanto
già dati non necessitano di riflessioni , a quel punto non
è importante che si chiamino Guevara, rivoluzione o
libertà, alla bisogna possono essere consumati o gettati
via senza drastiche conseguenze.
Su questo potrei consigliare la lettura di “L’ antiedipo” di
Guttari/ Deleuze o “Eros e civiltà” di Marcuse ,quelli che
personalmente hanno atratto maggiormente il mio
interesse
Cerco oltremodo di sintetizzare: hai mai visto una
pubblicità televisiva per i prodotti dei bambini?
È devastante, io li impiccherei, parla direttamente , è
rivolta in prima persona al pupo lo incita ad entrare nel
sacro mondo dell’avere lo indirizza verso una formazione
( in quell’età forma le sue solide basi) che del suo essere
non saprà proprio che farsene se non lo troverà in
vendita al supermercato,
i genitori?
Probabilmente a lavoro per guadagnare quel tanto per
comprare al bimbo il suo essere, convinti (chissà da chi)
delle proprietà educative della tv e ciechi fronte alla sua
violenza.
La scuola è la culla delle menti e da allora via con le
rivisitazioni storiche, mai parlare di Stalingrado e del suo
valore storico fronte alla sconfitta del nazi-fascismo,mai
parlare che se non fosse stato per la guerra partigiana la
liberazione anglo-americana sarebbe stata una
occupazione (più di quel che è stata)ormai stiamo ai
quiz una formazione a quiz ,persino l’ammissione dei
dottorandi in medicina è stata ridotta a ciò , fronte a
milze e cistifellee si misura la loro sapienza nell’attualità
mondana,il piattume che ne consegue è evidente.
Nel sistema multimediale si contano le parole più in voga
per metterle in bocca ai politicanti di turno(Berlusconi
che parla di rivoluzione).
Potrei portarti una quantità di esempi infinita ma oltre
che diventare logorroico perderemmo il nesso , che
rimane il condizionamento del Potere che si adopera in
ogni direzione atta al di scioglimento della soggettività
all’interno dell’oggettivazione capitalistica, una
condizione che rende le masse individualistiche
nell’eterna ricerca di quel qualcosa disciolto nei mille
rivoli del mercato capitalistico.
La “consapevolezza” della quale tu parli non “affiora”
proprio in virtù di questo,tutto è portato all’interno del
ventre molle del Potere costituito,tutto è codificato nelle
sua membra,ogni pulsione liberatoria,rivoluzionaria,la
condizione umana in se è già istruita,condizionata nel
suo intimo,indirizzata nei canali precostituiti.
Sono assolutamente d’accordo riguardante la chiara
conclusione del ciclo storico del Capitalismo,più volte
faccio cenno a questo nelle mie tracce,ma più questo è
palese e più il Potere rafforza il suo potenziale
condizionante,ovvero il bio-potere integralizza il suo
modus operandi ,è proprio in virtù della sua debolezza
strutturale che intensifica la sua capacità mistificatoria
lasciando liberi i canali di sfogo, di conflitto che in realtà
rimangono al suo interno,quali potrebbero essere i flussi
reazionari della Lega,beceri ignoranti che parlano del
nulla,un nulla tanto grato al Potere.
La dissoluzione delle classi la frammentazione del
Lavoro e l’appiattimento politico è contestuale alla
frantumazione delle soggettività, è la risultanza del
capillare e sistematico condizionamento atto alla
produzione di quell’uomo nullo all’interno di quella
rappresentazione mistica del mercato e alle sue
deificate virtù.
Dire che “il capitalismo non sa assolutamente cosa sta
facendo" è un’errore concettuale,sono proprietari di
tutti
i circuiti informativi,tradizionali e non,dei mass-
media,delle case editrici e dei testi scolastici,hanno una
classe politica (internazionale) confacente ed
asservita,hanno tutti i canali per coprire le loro
nefandezze,persino delle guerre sanguinarie divengono
missioni di pace. Ed è certo che parliamo di una classe
che cerca di sopravvivere,ma ha ancora,fuori da ogni
demagogico “piano diabolico” una potente Struttura in
grado di mantenerla anche trascinando con se l’intero
sistema,vuoi per le devastazioni socio/culturali,vuoi per
le devastazioni ambientali ,vuoi per qualsiasi cosa ne
trarrà profitto,un profitto sempre più misterioso alle
masse in balia del nulla strutturato attorno ad
esse,anche le conseguenze più devastanti sapranno
essere giustificate a loro piacimento spingendo il
dissenzo ovunque fuorchè fuori dal Sistema ,e questo
molto prima che la nostra voce possa arrivare ,e se noi
piuttosto che inseguirel’attualità, non riusciamo a
comprenderne le dinamiche ,se non sappiamo riportare
Marx nella concezione dell’oggi,qualsiasi prassi anche
legittima si spegnerà.