lunedì 28 febbraio 2011

Lo scrigno dei desiseri

..il bene assoluto che si percorre nelle scritture è nulla più della trasposizione concettuale filosofica dell'uomo della sua ragione del "bene" una trasposizione trascendentale in una verità altra e soprannaturale per poter giustificare la impossibilità della sua attuazione..per motivi storico contingenti,e per l'essenza stessa dell'essere che si delinea del dualismo Amore/Guerra..inscindibile dalla sua condizione di finitezza e derivante dalla dicotomia Nascita/Morte .

E' l'uomo che ha creato dio,ed ha riposto nella sua deificazione il progetto di una essenza pura ed incorruttibile di se stesso..una sorta di scrigno dei desideri.

Oltre la morte?

.la morte...è l'inevitabile conclusione dove giungono tutte le religioni..

..il poter giustificare la morte in seno a virtù soprannaturali ne sono le colonne portanti..

Ma in verità sono loro stesse che alimentano la paura...la paura dello sconosciuto,dell'immenso....che se invero io so che dopo la mia morte non rimane che la morte non posso averne paura se a ciò unisco la concezione inevitabile del divenire dell'uomo...si esce dal niente e si ritorna nel niente...

E.Severino...parla di non-niente per esorcizzare ..anzi per sorpassare dialetticamente la concezione del niente come ente..

Portandoci poi nell'immortalità non come soggetti ma enti..il susseguirsi del divenire che rende immortale l'essere in seno al tutto...volgarmente si può dire che la nostra immortalità è nel morire e lasciare eterna la nostra presenza nella vita susseguente..un filo che unisce tutti i tempi,tutte le genti..il passato al presente che diverrà immanentemente futuro


domenica 27 febbraio 2011

Arte e letame

..confondersi nel letame che questa classe dirigente ci getta addosso è paradossalmente una posizione che rende gli stessi eterni,nano o no...

..confrontarsi su problematiche comuni delle quali si stanno facendo beffe rincorrendo le inutili scorribande di un demente,e portarlo in una discussione Artistica filosofica per oggettivarlo in un contesto produttivo materiale ed umano..si smonterebbero come neve al sole....non hanno capacità,ecco quel che si deve portare avanti....

L'assoluta incapacità del Potere di poter portare questa nazione a livelli che abbiamo conosciuto e superarli...rimanere nel fango....è a loro vantaggio,è il loro ambiente naturale..

sabato 26 febbraio 2011

Comunisti

L'utopia della società senza classi,la possibilità dell'uomo di dominare la natura a beneficio di una collettività cosciente dei limiti imposti da essa in un contesto armonico di condivisione della vita.

La possibilità del genere umano ad elevarsi al di sopra degli egoismi soggettivi per costruire una oggettività sociale di condivisione ed altruismo,contesto unico e possibile dove ogni singolo possa elevare la sua essenza ai limiti sconosciuti oggi delle possibilità individuali.

La rivoluzione Africana (discussioni in rete)

In riferimento:

http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.marxismo.net%2Farticoli-generali-medio-oriente%2Fchi-ha-paura-della-rivoluzione-in-libia&h=82f33

Assolutamente pertinente,se mi passi il termine,il Compagno autore è certamente più informato del sottoscritto in merito alle dinamiche
Africane,
ed a ben guardare in molti punti c'è una certa analogia ed interconnessione con i rilievi e soprattutto i dubbi che ho portato avanti nel mio blog,
non sono d'accordo però con le possibili conclusioni,che queste rivoluzioni si possan spinger oltre la destituzione della dittatura,per addentrarsi fino alla lotta contro l'Imperialismo,per onor di firma l'analisi che si porta della rivoluzione del Rais Gheddafi è fondata sul piano storico/filologico sull'impronta Marxista ma poi la stessa linea non viene portata all'interno delle dinamiche odierne,ovvero le stesse ragioni che leggono l'impossibilità che Gheddafi sia stato un'antimperialista,vengono poi ignorate per decodificare la rivoluzione in atto.
Manca la continuità che vuole un sistema sociale precapitalistico,come quello Africano oggi, possa affacciarsi in una sorta di socialismo senza passare per la fase di sviluppo Capitalistico,una siffatta tesi prevederebbe una presenza di un "general intellect"già operativo,o in pretesa minore un nuovo rais..e non credo che questo sia nelle aspettattive del popolo del Maghreb.
Vero è che la situazione è in divenire,e gli interessi sono molti e disparati,dall'Iran ad Israele,dalla Nato alla Russia,come giustamente riportato,ma continuo a credere che la conseguenza più ovvia sia quella di uno sviluppo di stampo Occidentale,dato gli influssi che hanno irradiato questi decenni i popoli confinanti con l'Impero,il Sistema ha bisogno di mercati,la stabilità geopolitica non è all'ordine del giorno,è una problematica politica,la stessa che ha sempre meno pertinenza nello sviluppo impazzito della tecnica al servizio del profitto,parimenti i popoli che fin ora sono stati esclusi,vogliono far parte del banchetto,le sirene che Ulisse rifuggiva,sono le stesse che hanno ammorbato e corrotto le nostre menti di postmoderni Occidentali,non credo che abbiano meno appeel per altri,l'unico vero ostacolo,che in realtà terrà ben poco sono le superstizioni religiose e culturali che ancora albergano in loro,ma anche queste verranno spazzate via in forza allo sviluppo.
L'analisi che vuole la rivoluzione comunista di marxiana memoria partire da popoli dove l'industrializzazione,la proletizzazione non è avvenuta è retorica romantica,una speranza che altri facciano quel che noi non abbiamo più la potenza di fare,l'ennesimo tentativo di voler vedere la realtà con la lente del "novecento",quell'empasse filosofico culturale che blocca inesorabilmente la grande idea Comunista ad un retaggio del passato.

venerdì 25 febbraio 2011

la rivoluzione Africana..conseguenze

A volte le dinamiche storiche sono più semplici di quel che si vuol vedere o meglio sapere,ma invito a vivere questo momento a mente fredda,non pensare all'oggi ed usare occhi limpidi per affacciarsi al domani.

Presupporre una progettualità che non di matrice occidentale mi sembra fuori luogo,sia per gli imput indiretti ricevuti da questi popoli tramite i mass-media,che diretti tramite i flussi turistici,con il risultato di una visione superficialee fuorviante che rispecchia realtà inesistenti ed artificiose e proprio in virtù di questo appetibili,d'altronde delle panacee ed ammorbamenti mentali della cultura post-moderna ne siamo tutti vittime,quindi nessuna meraviglia.

Daccapo,detto ciò?

Nuovi mercati e nuovo appiattimento socio-culturale a beneficio dell'immediato profitto,scambio di tecnologia in affanno con mano d'opera a basso costo,spostamento contabile di produzioni inquinanti.

Un nuovo colpo di coda del morente Capitalismo alla ricerca della sua sopravvivenza,dinamiche già vissute nell'est Europa e per nulla promettenti in considerazione dell'ennesima corsa alla produzione effimera che continua a lasciare dietro se eserciti di disoccupati,che saranno tenuti sotto l'imperio della sicurezza dato il proliferarsi di fondamentalismi che mai accetteranno il fatto così dato..

mercoledì 23 febbraio 2011

La macchina impazzita..riflessioni sulla rivoluzione in nord Africa

..a volte credo che in realtà la macchina sta sfuggendo di mano,

che ever reso etereo ed inafferrabile il Potere tramite le realtà economiche trasnazionali,

aver dato loro la possibilità di esercitare diritto come persona giuridica a danno di immensi circuiti sociali non è più sotto controllo,i benpensanti che guidano il corteo de "la fine della storia" alimentano dinamiche senza senso che della storia non sanno più che farsene,

da qui la caduta a pioggia di ormai tante realtà passate,dal Comunismo ai regimi dittatoriali Africani,sino al Cattolicesimo (prossimo venturo) ..

E qui nasce la domanda e parimenti la paura...gli attuali regimi di controllo imperialisti sono in grado,avendo loro ben saldo vecchi parametri di interventismo,di calarsi nella nuova realtà gestendola in favore delle masse?

A questo purttroppo non credo..non è mai accaduto..non accadrà mai..

Il coraggioso popolo libico...io non sò...io non saprei..(2)

Non ho mai detto ne pensato che il popolo africano possa esser mosso da chi sa quale mano esterna,pensare che intere popolazioni si gettino inermi nelle feroci mani delle dittature per ragioni al di fuori della propria è quantomeno improponibile,in siffatte conseguenze solo gli scopi migliori mossi da un'irrefrenabile voglia di libertà e di eguaglianza posson muoversi così all'unisono,non contando che la crisi mondiale ha si colpito inesorabilmente anche quei popoli.

Ma da che mondo il Potere si è mosso per armare,nel vero senzo della parola,sparute minoranze reazionarie e corruttibili contro le intere popolazioni,per instaurare giunte militari confacenti dedite ad un dittatore,e mai il contrario,e qui non viè nessuna eccezione che conferma la regola.

Per la Libia e per il nord africa in generale faccio riferimento al post,non all'ante,ovvero il Potere di cui sopra,che dalle occupazioni militari novecentesche è passato alle più bieche e consistenti occupazioni finanziarie,si possono permettere di non aver parola nel districato scenario che si sta aprendo considerando gli interessi privati delle aziende e la configurazione geopolitica che potrebbe verificarsi?

martedì 22 febbraio 2011

Il coraggioso popolo libico...io non sò..io non saprei..

Le accuse di Gheddafi sono false e perniciose...ma siamo sicuri di aver ben presente gli scenari che si stanno prefigurando ai danni del coraggioso popolo libico?

La Libia è uno snodo essenziale nel contesto occidentale/mediorientale,i pozzi in suo possesso sono di inesauribile valore,siamo certi del disinteresse Usa/Nato nel proseguimento di quel che sta accadendo?

C'è nemmeno remotamente la possibilità di un'intervento Occidentale armato in difesa fittizia dei diritti umanitari ma in realtà mascherando i meri interessi di cui sopra?

Non ho le risposte,non ne ho competenza,ma spostare l'attenzione dagli entusiasmi rivoluzionari per concentrarli meglio nell'ottica di una escaletion che non può portare come in Egitto o in Tunisia ,dove vi è stato un potere pronto prendere il posto del dittatore filo occidentale di turno garantendo una certa continuità al livello di accordi internazionali ,ma portare in un vuoto di potere da una parte o rafforzamento del Rais dall'altro,in qual caso più violento e vendicativo,ma in entrambi i casi posizioni non linea con i dettami del Potere Globalizzato.

Daccapo,in virtù di ciò cosa potremmo aspettarci?

Gheddafi è l'ennesima riprova del fallimento del Capitalismo e della divisione del mondo non su base sociale ma per meri interessi di parte,dell'ignavia del Potere nel gestire gli interessi mondiali a beneficio di una piccola parte di esso,è l'ennesima pedina,senza di essa conosciamo ancora la scacchiera?

Io..non sò...io non saprei..


venerdì 18 febbraio 2011

L'inevitabile attesa

.il capir che quel che ci rimane di libertà in

queste malate democrazie va sfruttata sino in

fondo,

che la libertà di vivere imprigionati in

paradigmi padronali non può esser più accettata

nella sua nullità ed inconsistenza,

il vuoto generato in questo periodo storico

dalla mancanza di storia,

l'assoluta frantumazione del soggetto

comune,l'inesistenza del futuro che va

consumato

ora e subito nel presente va contestualizzato e

compreso,va metabolizzato e rigettato nella sua

interezza a chi non sa veder che questo come

unica soluzione,quel che cova nel magrebino per

capirci,una assoluta certezza di sapere che la

propria libertà non è più oggetto di

scambio,una

decennale valutazione e metabolizzazione della

realtà per rinnegarla con tutta la forza della

verità...

l'inevitabile attesa..

mercoledì 2 febbraio 2011

La Costituzione?

E' per correttezza che tengo a precisare,sia l'ammirazione dello svolgersi di una carta,

quella Costituzionale italiana,

assolutamente confacente ad una armonia sociale in seno ad un paradigma di stampo Capitalistico,

tutte,o gran parte di mia conoscenza delle parti della suddetta sanciscono indiscutibilmente la libertà di impresa,

ma al contempo ne pongono dei confini dettati dalle necessità sociali ed individuali,è sicuramente uno sforzo non indifferente per rendere plausibile ed ammissibile lo sfruttamento capitalistico,

il tentativo chiaro riguarda , quel che esplicito è divenuto in seno ad una ristretta cerchia intellettuale odierna ,di dare al Capitalismo e alla libertà di impresa una direttiva di virtuosismo etico,

ossia si cerca di umanizzare quel che di umanizzabile non può essere per sua stessa natura e concezione ,

e qui cerco di chiarire come indipendentemente dalla sua capillare esplicazione a mio avviso tale carta è incompatibile in uno scenario che ,come quello Comunista,mira senza mezzi termini all'abbattimento della proprietà privata dei mezzi di produzione ed alla sua riconversione socializzante,

daccapo,La Costituzione che in altri tempi si sarebbe detto borghese è tale perchè implicitamente ammette lo sfruttamento dell'uomo da parte del Capitale,ed malgrado il suo esemplare intento di arginare la deriva mercantilistica non fa del Capitale stesso una figura in divenire,non vede all'interno della sua crescita il rifiuto logico e conseguenziale di quegli argini,la Carta non vede al suo interno la negazione di se stessa proprio nel suo svolgimento,relegando inopinatamente il Capitale al progresso collettivo in eterno,non considerando che inevitabilmente il Capitale nel suo di progresso e nella fase recessiva ed inevitabile di questo, porta ad uno speculare regresso sociale,e ciò si acuisce appunto nel suo divenire,come ad oggi possiamo certo constatare.

E' in queste motivazioni,ossia la impossibilità del Capitale di rimanere all'interno della Costituzione,che bisogna leggere la volontà di questa classe politica che ad oltranza vuole "riformare"la Carta,della cecità di questa feccia che vuol rendere la giurisdizione italiana più in linea con il neoliberismo, o meglio, questi servi di turno che si piegano servili al Potere mondializzato,

è per questo credo ,che bisogna difendere la Costituzione ma senza dipendere da essa come un santino tenendo in serbo una visione ben più ampia,quella del superamento del Capitalismo.



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