venerdì 6 aprile 2012

Alienazione e contestazione

La alienazione è ben lungi dal rimanere legata esclusivamente alle ore della vendita della mano d'opera così centrale nel conflitto sociale novecentesco,
la possibilità che entità non più riconducibili a fattori di produzione materiale siano divenute il mantra del Potere, condiziona indissolubilmente il nostro essere in tutta la sua espressione vitale,
il condizionamento inderogabile dell'azione legislativa delle entità statuali in considerazione delle dinamiche finanziarie globalizzate getta il divenire sociale in una realtà precaria ove ogni certezza cessa di esser tale ,ogni certezza è alienata al potere divinatorio dei mercati,
ogni individuo nella sua solitudine dell'uomo globalizzato disegnato dal liberismo si trova indissolubilmente legato all'interno di contingenze incontrollabili che permeano l'intero arco vitale,
sia diretto, nell'ottenimento di una occupazione e relativo salario dignitoso all'interno di una dialettica signore-servo nella storia moderna mai così inconciliabile fronte alle forze in gioco , dall'una universali nella oligarchia dei signori,dall'altra miseramente individuali nello smarrimento del servo perdutosi nello svanimento delle grandi narrazioni ,
sia indiretto trovandosi suo malgrado un mero ingranaggio all'interno della sovrastuttura che lo vuole dinamicamente portatore di messaggi e linguaggi legati al mercimonio senza fine.
Dir solo "basta" non serve a nulla, lo dimostrtano varie rappresentazioni e contestazioni, anche quella ben nota degli indignatos" spagnoli pur nella loro riformatrice articolazione dialettica hanno come principio il "basta" e si perdono nell'indifferenza del Potere che si trincera dietro la impossibilità operativa di fronte alle forze globalizzanti,
oppure le violente e legittime contestazioni localiste come ad esempio il "no-tav" che dicono "basta" settariamente alla espropriazione del bene pubblico diviene una singolarizzazione di fronte a forze che si pogono come oggetive, universali.
L'unico principio rimane quello di riuscire a mettere in discussione non l'attuale congettura ma l'intero comparto Capitalistico , perchè l'una è la inevitabile conseguenza dell'altra,
se pur si tornasse per grazia divina in uno stadio precedente il suo naturale sbocco rimarrebbe questa situazione attuale.
Purtroppo la ragione Storica che ha sempre considerato il sovvertimento di questo ed ha dato forza alle masse si è macchiata di atrocità dalle quali non si è stato in grado di porre un distinguo.....ma rimane l'unico piano di lettura del quale servirsi per dare realtà allo smarrimento generalizzato .

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