sabato 19 novembre 2011

Proposta congressuale

Emendamento primo documento.
Integrazione al Capitolo 7 par.5
Reddito sociale disoccupati/inoccupati.

Condividiamo la direzione verso l’ottenimento del reddito sociale,principio primo di salvaguardia alla precarizzazione del lavoro.
Cerchiamo di tracciare un percorso che possa condurci al superamento di questo,avendo come punto di approdo del reddito di esistenza dignitosa .
Entriamo nel merito:
Il reddito di esistenza dignitosa è una proposta ben lungi dall’essere settaria, è una risoluzione che abbraccia l’intero alveo sociale contemporaneo, è una ricerca completa che abbisogna per la sua realizzazione, di esprimersi su base internazionale; in essa alberga la possibilità di ovviare al violento modus operandi attuale e prossimo del Capitale, una operazione che contempla la necessità del sociale non solo di affrontare il potere padronale di gestire arbitrariamente l’atto contrattuale con la forza lavoro, ma pone le basi di una nuova soggettività conflittuale che si frappone alla capacità del Capitale finanziarizzato di rendersi etereo nella sua realizzazione decisionale; il completo asservimento delle sorti delle genti ha in questo il suo germe, trovandosi loro malgrado, parte integrante del sistema produttivo materiale e sociale, che si sviluppa incessantemente in linguaggi, luoghi, forme e loghi, al completo servizio del profitto privato, una sorta di alienazione della vita stessa così sussunta integralmente al Capitale da esserne un mero ingranaggio.Tanto premesso pensiamo che:
1) Una conquista in tal senso è fattibile solo se universalizzata, per rendere concreto un concetto astratto di tali proporzioni è necessaria la condivisione di interi comparti internazionali, il progetto non può che sviluppare il suo contenuto all’interno di una realtà quantomeno europea.
2) Il Paese è devastato al livello socio-culturale da un ventennio di santificazione del nulla da parte di una intera classe dirigente, riteniamo quindi che la ricostruzione necessiti dello stesso arco temporale.
Alla luce di quanto sopra sosteniamo, in linea con la proposta lungimirante del primo documento congressuale, che il PRC rimanga all’interno di un riconoscimento oggettivo delle capacità di questo Paese avanzando un presupposto al reddito di esistenza dignitosa riconducibile ad un vero e proprio contratto generazionale, oggetto del nostro emendamento.
Riteniamo che il sistema sociale debba impegnarsi al livello costituzionale a versare una quota parte del prodotto nazionale ad ogni nascituro sino al ventesimo anno di età.
La somma dovrebbe essere calcolata all’interno di una media del salario mensile della forza lavoro occupata.
Il contributo dovrebbe aver provenienza da un prelievo fiscale dei ceti medio/alti in quanto persone fisiche, ed ad ogni Ente produttivo, che questo sia materiale o immateriale non ne fa una distinzione, pensiamo in primis alla produzione di immagine adoperata dalle industrie pubblicitarie che tanto influiscono sulla mente dei nostri bimbi.Non poniamo distinzioni di reddito riconoscendo ad un bimbo, ad ogni bimbo la qualità di Essere.Questo comporterebbe inevitabilmente:
1) Una presa di coscienza dell’obbligo generazionale che a noi tutti impone una vita innocente, e , di conseguenza, il riconoscimento giuridico dello sfruttamento posto in essere dall’attuale produzione capitalistica (che è di fatto la produzione sociale di consumatori).
2) Consentirebbe alla giovane vita di affrontare la realtà avendo almeno la possibilità di decidere la propria direzione, svincolandosi sia dai legami patriarcali che da quelli familisti, si supererebbero così le imposizioni date dalla distinzione sociale.
3) Obbligherebbe uno Stato degno di questo nome a creare ogni condizione ideale all’interno della Struttura Sociale perché questa ingente somma ( e patrimonio umano) possa essere reinvestita nella stessa.
4) La cupidigia privatistica condizionerà le scelte che l’Ente statale dovrà tradurre in virtù dell’ottenimento di un cosciente coinvolgimento dell’individuo all’interno della dinamica sociale stessa.
Uno scenario di questo genere non può che entrare in regime che nell’arco di almeno tre lustri, il giusto tempo, per l’appunto di un vero patto generazionale.


Firmatari:Cristiana Castellani.Paolo Casani.

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