domenica 14 novembre 2010

Pensando Comunista

Un Partito Comunista è rivoluzionario,se non è tale non è Comunista,la base di partenza di qualsiasi documento programmatico non può prescindere da questo,dalla valutazione attenta e capillare delle forze produttrici del periodo storico in questione e della sua risoluzione,

ciò è inalienabile dalle nostre prerogative storico culturali,ogni azione che si compie deve essere portata e supportata da questa accezione,anche una retrocessione a forme meno virulente e più portate ad una visione democratico-borghese devono avere in seno il germe della rivoluzione.

Questo è imprescindibile,detto ciò riuscire ad arrivare alle masse a far si che il messaggio arrivi chiaro ed inequivocabile è un compito arduo,in particolar modo in questo periodo dove la vulgata popolare si nutre di slogan e di immagini,ama il suo leader come un messia,lo segue indefesso nel fragore di luci e merletti,senza però dall'astenersi nel poter dare al soggetto, tutti i flagelli e colpe in caso di sconfitta per poterlo lasciare negli inferi dell'infamia,un'edipica soluzione per rinviare il pensiero ,per portarlo all'infinito,avere una figura sulla quale gettare tutte le speranze i sogni e le rivendicazioni,salvo poi addossare ad egli la causa di tutti i mali,è quella possibilità che allevia il peso della vita ,che però rinvia all'indefinito il rapporto con essa che rimane soggettivo ed inderogabile,bisogna che ci si entri personalmente all'interno di questa realtà,per analizzarla,comprenderla e affrontare la propria soggettività perchè essa è tale quando è rapportata al socius , è il sociale che determina la propria soggettività ma allo stesso tempo è la soggettività che può determinare il sociale,ma questa ultima avviene nel momento in cui non si accettino le situazioni date.

Questo,credo sia la "conditio sine qua non" per avere una presenza partecipativa all'interno di un sistema sociale,e questo presume un'impegno delle Istituzioni,ottenere delle riforme all'interno della democrazia-borghese non devia nella maniera più assoluta la linea per arrivare ad un sovvertimento della produzione sociale Capitalistica,potrebbe essere la via percorribile, dal presupposto che la non accettazione delle situazioni date è prerogativa del libero arbitrio,della libertà di pensiero e di azione,e questo rinvia ad un sapere conoscitivo ed a una possibilità oggettivamente sana per poterlo esprimere.

Una rivoluzione culturale ed ancor più sociale possono passare attraverso riforme delineabili in forti politiche di incentivazione di spesa pubblica a beneficio della stessa, come possono essere gli incentivi alla scuola ed una gestione delle didattiche in mano a gruppi di studiosi non aderenti al Potere costituito,una forte incentivazione della ricerca pubblica in seno alle tecnologie ecosostenibili per un'abbandono futuro degli idrocarburi,ad una ricerca farmaceutica per la salvaguardia della salute e non dei profitti,insomma una libertà di ricerca e di sviluppo non con fini di lucro ma con l'obiettivo di liberare il sistema tecnologico in tutta la sua potenzialità.

Il reddito dignitoso di cittadinanza è la via maestra per riportare il lavoro come scelta soggettiva e non come speranza di sopravvivenza in mano al libero arbitrio del Capitale,non serve scagliarsi contro lo status quo del modello sociale impartito dal Potere ma serve un'ammorbidimento o meglio una barriera insormontabile a coloro i quali detengono i mezzi di produzione e si avvantaggiano di ciò per ricattare le genti,se ho un sostegno che mi può render la vita meno degradante non sarò oggetto di questi soprusi,e questa non è certo una mia idea ma ci son molti studi a riguardo.
Che cosa è il PIL in realtà come viene conteggiato ,cosa è questa spada di damocle che in base ad esso vengono prese le più sconcertanti misure di dimensione restrittiva sociale?
Ovvero un prodotto interno lordo alto e viceversa sono il grado di stato di un sistema?
Ovviamente a livello economico,ma coincide con il benessere sociale?
Un "PIS "prodotto interno sociale potrebbe essere accostato in fase di valutazione e di gestione del bene pubblico a tali misurazioni?
Andiamo a vedere questo PIL..in esso vi sono presenti anche le ricostruzioni in seno ai disastri,ovvero se l'Aquila crolla bene..l'economia si muove ed il PIL sale,ed in una situazione di stasi e di collasso della produzione questa è una manna per i sostenitori del Sistema ..é vergognoso.
Daccapo,una riqualificazione attenta e capillare di tutto il territorio italiano,con messa in opera delle nuove tecnologie e le nuove scoperte di cui sopra,una preventiva forma di sicurezza in seno ai terremoti alle alluvioni e quant'altro da parte di società a prevalenza statale e partecipazione privata porrebbero fine a queste vergognose forme emergenziali che tanto aggradano il PIL,ma distruggono vite e storie,paesaggi e civiltà.
Ben lungi da essere queste politiche interventiste, invenzioni della nostra classe dirigente,essendo dinamiche ben studiate e proposte dalla scuola di Chicago di M.Fridman tanto ben delucidate dalla Naomi Klein in "Schok economy".

Chi dovrà farsi carico di questo è oltremodo evidente,ecco queste sono le rivoluzioni socioculturali che la gente capirebbe,
e capirebbe oltremodo che quando queste non venissero,come ovvio, accettate la spinta per la rivoluzione dovrebbe spingersi oltre.
Si gettano le basi quando si prefigurano le intenzioni, queste sono accenni di riforma in seno allo status quo,come dire nelle situazioni date..o quantomeno..questa è la mia idea di come un partito Comunista potrebbe comportarsi in un periodo di così sfavorevole contingenza per noi ma in un Sistema mondo allo sbando...sono soluzioni attuabili,nazionalmente per la ricerca e la scuola e in Europa per il sussidio...nulla di trascendetale ma sicuramente una ricusazione del Capitalismo come unicum.
.e senza scomodare le grandi menti del nostro passato si può anzi si deve mettere in difficoltà sul suo stesso piano..

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