lunedì 29 ottobre 2007

Febbraio 07 guerra

Prodi-bis? A quanto sembra è quello che si sta delineando... e mi chiedo quanto un Dalema, che non è certo un pivello, non teneva ben presente l'azzardo a cui si andava incontro nell'esporre al Senato una mozione d'intenti sulla politica estera in generale, non un dibattito bada bene, ma un vero e preprio diktat, dopo la contestazione di Vicenza, in vista del rifinanziamento della guerra afgana, è credibile che un'uomo di così tanta esperienza non abbia calcolato la possibilità che non ci fossero un paio di dissidenti, veri o presunti, all'interno di una così variegata (uso un'eufemismo) coalizione? La riesumazione di Prodi, se così fosse, non potrebbe che riformularsi con gli stessi parametri numerici, anzi con l'aggiunta di qualche singolo centrista, e con quindi una marginalizzazione della sinistra antagonista (altro eufemismo...) ma non a livello parlamentare, tutti stretti intorno a cotanto premier, ma a livello di opinione pubblica, quella si veramente di sinistra. Siamo o no, ora terrorizzati da possibili elezioni?
In questo scenario, non si delineano possibilità di opposizione alle guerre imperiali, ogni forma di contestazione è stata sopita con lo spauracchio delle destre, i guerrafondai (loro)... insomma un bel quadretto per condizionare la moltitudine, un popolo impaurito è un popolo sottomesso. Ennesima dimostezione che La Guerra è il modus vivendi dell'attuale potere, inalienabile condizione per la sopravvivenza dell'impero. Gli stati-nazione non hanno alcun potere per estrarsi da questa logica, figuriamoci i nostri piccoli parlamentari, a loro non rimane che il condizionamento dei governati, l
'assoggettamento allo status quo, non al pro o contro, ma al come andare in guerra.

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