domenica 21 ottobre 2007

Fronte Proletario

Compagni,compagni,riempiamoci la bocca con questo epiteto cosi almeno possiamo avere una forma nella nostra informe società,possiamo aggredirla,offenderla,criticarla e osteggiarla sempre però parallelamente beneficiare della sua linfa,del suo maledettamente attraente benessere,rimaniamo insieme su questo malridotto carrozzone giubilando delle sue nefandezze,comunque siamo "contro",male che vada potremmo cavalcare il cavallo matto del "noi lo avevamo detto".Assurdo,spero che mi sbagli ma cari Compagni stiamo deragliando al difuori del nostro essere,noi Marxisti noi Comunisti,noi al difuori di ogni sospetto,noi nella ricerca estrema della forma di civiltà più evoluta,noi fruitori della rivoluzione, noi portatori della realtà,voi che avete dimenticato questo.A che punto della storia è successo ciò?
Dove la vostra identità si è nascosta impaurita,vergognandosi di quel che si vorrebbe essere,come e dove è andato il pensiero unico che dovrebbe ora più che mai incoraggiarci a tornare come un mare in tempesta alla ribalta,abbracciare nel dissesto economico-sociale le migliaia di emarginati,esclusi,sopraffatti e privati della vita in nome del Capitale,questo mostro informe,in passato sempre contrastato,lottato,mai vinto,che si ripresenta con tutta la sua luttuosa potenza inarrestabile e incontestabile.Dobbiamo lenire le nostre ferite ed accettare il fatto compiuto?!NO.
Bisogna ricominciare la lotta,da dove?Domanda improponibile,la storia ci è compagna e Marx il nostro punto di riferimento.Possiamo oggi valutare tutti gli errori precedenti il collasso,possiamo oggi mettere in discussione e criticare obbiettivamente il fallimento,ma per rendere atto alla massa che siamo ancora più forti,più intransigenti,consapevoli di che cosa si parla quando affermiamo fallimento,di chi e perchè,come su questo faccia leva il regime economico per riggettare la unica idea che nella reltà storica è venuta a mancare nella sua attuazione,quell'ideale che potrebbe rendere coscienti le folle e sgretolare il ridicolo e devastante status quo.Vedere e contrastare le attuali politiche a livello solamente nazionale è oggi assolutamente involutivo,rimaniamo indietro,non potremmo portare una alternativa plausibile data la ramificazione del sistema globalizzato,dalla vittoria il capitalismo si è disseminato in ogni dove facendo di ogni economia statale uno anello del regime.Possiamo essere noi l'anello mancante della catena?Di fronte alla nostra vetusta e corrotta classe dirigente la riuscita non sarebbe improba,ma il tutto deve avvenire nel contesto di una alternativa mondiale.Non è un pensiero utopico dettato dalla superbia,o peggio avanzare ipotesi irrealizzabili per rimanere immobili,è di fatto scritto nel nostro DNA,nella nostra ideologia.Daltronde come può esser utopico uno evento che è già oggettivato nella realtà,ma nella peggiore delle forme,il Capitale.
Loro sono riusciti nel creare quel pensiero unico simboleggiato dagli Stati Uniti che attanaglia qualunque altra forma nel suo modus vivendi.Si crea attorno alla sua sopravvivenza il nemico da contrastare,la Unione Sovietica ieri,la religione integralista mussulmana oggi,o comunque un fantomatico terrorismo internazionale sempre pronto a minare la Democrazia.Tutte cazzate nate dallo stesso ventre che partorisce una democrazia basata su distinzioni di classe,ceto,razza,sesso,che devasta ovunque essa prende forma creando un baratro tra pochi privileggiati e popolazioni intere assoggettate al che questo privilegio rimanga immutato.Il Capitale si è formato,nel capitalismo attuale come non rivedere in chiave moderna quello che Marx denunciava nell'ottocento,la continua creazione di valore con la accurata devastazione del principio del valore stesso creando beni fittizzi e immateriali atti a contenere il plusvalore oggettivato nello sfruttamento dei lavoratori senza così giustificarsi di ciò e mentire sulla reale provenienza del contenuto stesso.Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo non è più oggetto di discussione,non esiste più,ora è tutto merito o colpa del mercato,della concorrenza delle aziende,di quanto uno Stato è in grado di non essere più in grado di qualsiasi controllo nella e sulla produzione,il capitale non vuole stupidi vincoli o regolamentazioni,tutto deve essere liberalizzato,tutto deve avere un prezzo specifico,per poter quantificare e giustificare il suo utilizzo,la sua utilità.L'uomo non è più la centralità concettuale,è assoggettato alla ideologia liberista in base alla quale l'uomo non è più un' essere vivente ma un numero,un'equazione matematica e come tale è variabile,invertibile,sottraibile e divisibile in base ad una risultanza che deve essere sempre il più,anzi l'eccesso sfacciato del più,di cui gli unici beneficiari continuano ad essere una minoranza esigua della popolazione mondiale. E tutto cio'non è celato o strisciantemente avanzante,no,è palese è tutto sfacciatamente portato alla luce del giorno sotto i nostri occhi,il che è ancora più spaventoso,perchè non c'è peggior sordo di chi non vul sentire,rimaniamo inermi di fronte ad ogni plageria della realtà,i nostri lavori diventano flessibili,a tempo determinato,a prestazione,a proggetto,la nostra vita non è più nostra,il nostro tempo non è più tale,tutti dobbiamo contribuire al processo del Capitale volenti o nolenti?ASSURDO.
Torniamo a Marx:il valore di un'oggetto è dato dalla quantità di lavoro umano oggettivato nello stesso.Il valore oggettivato nel lavoro di una macchina non è una creazione empirica ma la restituzione del capitale precedentemente anticipato per l'acquisto di tale macchina a sua volta creata dal lavoro dell'uomo nella sua costruzione,ricerca ed esrazione materiale componente,non esiste una macchina che si crea autonomamente,se così fosse le materie da essa create non avrebbero alcun valore,ed un valore eventualmente quantificatovigli non potrebbe che portare ad una sperequazione e alla speculazione contingente.Invece è proprio così,l'attuale regime economico vuole,anzi ci impone una politica del valore inesistente,è astrazione del nulla,ci si vende merce il cui prezzo è dato da rilevanze completamente estranee all'effettivo valore oggettivato esse,magia,la sperequazione si è formata.Cerchiamo di capirci:all'atto di X baratto non sono certo le chicchiere che ci si chiedono,ma denari,gli stessi che ricaviamo dalla vendita del nostro lavoro,atto a creare quel valore sostentatore reale di ricchezza,della quale siamo beneficiari in parte dal momento che la stessa viene redistribuita tra noi venditori e il Capitale che si arroga arbritariamente del surplus (plusvalore).
Questa è la dinamica elementare fondante gli attuali sistemi dominanti,niente di più che lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo,ma l'avidità degli eletti non si arresta,le merci vengono ulteriormente intrise di valore aggiuntivo che non ha riscontro nella realtà,non esiste,non è oggettivato nè dal lavoro nè dal pluslavoro ma bensì dalla bramosia di potere,dal culto dell'arricchimento.Non sono certo un'economista,tantomeno illuminato,teniamo per questo eserciti,ma mi chiedo il perchè se la scienza di Marx non corrispondesse a realtà,attività industriali debbano rientrare di colossali spese pubblicitarie vendendo il prodotto ad un prezzo elevato si,ma prodotto in contesti di sfruttamento e miseri salari.Non sarà che le spese pubblicitarie non sono valorizzabili in quanto capitale costante anticipato e se producesse il valore effettivo nella realtà economica della quale ne è la beneficiaria nella distribuzione,il prodotto a quel punto non avrebbe un prezzo esorbitante? Lo sfruttamento della mano d'opera nei paesi sottosviluppati per rivendere il prodotto stesso nei paesi in cui la economia ha un'altro corso e una ridistribuzione differente e quindi comunque adeguarsi al suo mercato dando al circuito denaro/merce/denaro (D-M-D) una risultanza astratta,non corrispondente alla realtà non è forse una vergognosa speculazione?
E'di conseguenza che viene a formarsi un sistema sperequativo,nei ricchi mercati ove fruiscono del loro gudagno,non contribuendo alla effettiva creazione di valore ,beneficiando altresì di risultanze della creazione dei valore di paesi suddetti.Compagni,il mostro è nudo,continua a dimenarsi da un capo all'altro del pianeta dettando le sue leggi e dove questo non è possibile si fa uso della guerra.Come è giustificabile una situazione in cui i paesi occidentali continuano a sovrapprodurre merce fino aall'eccesso oggettivando nel prezzo finale l'eccesso stesso;le immense quantità di prodotti destinati al macero,alla dismissione,corrisponde ad un ovvio innalzamento dei prezzi sino al non essere più accessibili a tutti,una logica che si perpetua sino a che detta accessibilità non rimane che destinataria agli "eletti",a quel punto la produzione è inusitata,si innesca una dinamica recessiva dal momento che la mano d'opera del X ramo viene accantonata e non è più parte del circuito della produzione e conseguentemente del consumo,quindi ovvie entrtate minori che influiscono obbligatoriamente su altri circuiti che reagiscono con l'innalzamento ulteriore dei prezzi al dettaglio (o colpendo trasverzalmente il mercato del lavoro con un abbassamento salariale in virtù della maggiore concorrenza).Con un'effetto domino la macchina produttivistica s'inceppa,è inevitabile,ma non si arresta,non fa passi indietro,nel capitalista non alberga lontanamente l'idea che possa redistribuire le sue immense ricchezze,non cederà mai il suo capitale/merce al suo valore reale non dividerà mai equamente il suo profitto con coloro che ne sono i creatori,quale bestialità.

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