venerdì 18 giugno 2010

La crisi e la menzogna 2

Appendice


ciao Paolo,
ho avuto modo di leggere il tuo "breve" contributo sul blog.
Mi permetto di fare un'unica osservazione: c'è un pochino di confusione. Non credo sia possibile ascrivere dirretamente all'accordo di Basilea 2 la responsabilità della crisi finanziaria. Sono d'accordo nel sostenere che pochi managers siano stati in grado, attraverso operazioni di finanza creativa (i.e. securitisation dei mutui, piuttosto che dei c.d. bad loans) e bonus collegati ai risultati trimestrali, di mettere in ginocchio il sistema finanziario mondiale e che abbiano anche avuto la capacità di uscirne indenni, ma questo non rimanda un collegamento diretto con l'obbligo esistente in capo alle banche, in particolare, di accantonare del capitale per far fronte ai rischi. Ti anticipavo, infatti, che per i rischi di credito (i.e. il debitore non rimborsa alla scadenza il prestito), di mercato (variazione negativa del valore dei titoli/partecipazioni detenute in portafoglio) e operativo (perdite provocate da errori umani, disfunzioni, ecc) gli intermediari fin.ri siano obbligati a detenere una quota di capitale obbligatoria (core tier 1) a cui i regulators richiedono poi di aggiungervi un ulteriore quota per prudenza; inoltre, per tutti gli altri rischi non quantificabili (r. di liquidità, reputazionale, di compliance, legale) gli intermediari sono obbligati ad istituire dei presidi organizzativi di controllo (internal audit, funzione di compliance, risk management). Sicuramente è stato trascurato il rischio di liquidità e l'effetto leva dei derivati utilizzati per realizzare operazioni quanto meno discutibili. Esiste, inoltre, un certo collegamento tra il processo di sviluppo economico che sta interessando i Paesi c.d. emergenti (soprattutto la Cina) e quelli avanzati. Si dice, tra l'altro, che sia stata proprio la Cina ad ingenerare un vortice spaventoso: la notevole ricchiezza accumulata in questi recenti anni è stata indirizzata verso investimenti internazionali (prevalentemente Europa e America), ma ovviamente trattandosi di un ammontare di capitale enorme, pretendevano ritorni particolarmente elevati. La seconda regola della finanza sostiene,infatti, che maggiore il rendimento, maggiore il rischio. La Cina pretendeva ritorni adeguati al capitale investito.Il tuo punto di vista, secondo la mia modesta opinione, è evidentemente inficiato dalla tua estrazione politica, dalla volontà di disconoscere un ipercapitalismo che si spinge verso il meta-capitalismo. Ma, allora, dovremmo mettere in discussione il modello di famiglia che si spinge sempre più verso l'espressione esteriore e che impone sempre più di evidenziare la ricchezza, magari a detrimento di valori veri. Questo pure innesca il meccanismo del debito, non credi?Sono anche convinta che posizioni estremistiche non conducano a nessun risultato se non quello di spaccare ulteriormente a metà punti di vista che per natura sono opposti. La contrapposizione tra classi sociali è sempre esistita. Direi che piuttosto di incazzarsi perchè qualche stronzo, come è sempre avvenuto, abbia fatto il ladro sarebbe il caso di concentrarsi sull'incapacità della classe dirigente politica (tutta, nessuno escluso) di tutelare gli interessi di noi giovani e delle nostre prospettive di futuro.
Resto comunque a disposizione per ogni altra eventuale osservazione.
buonagiornata
laura




Ciao Laura,
ti dico subito che la mia classe '72 non mi vede più tanto "giovane" ed è quindi al futuro di Diego che si incentrano le mie ricerche.Apprezzo molto la tua delucidazione per un profano come me sul modus in cui opera il Sistema bancario,ma ho l'impressione che sia un pò asettica, quantomeno fredda nella sua esposizione algebrica,tralascia drasticamente il contesto, di chi e di cosa benefici di queste risultanze, di quell'Organizzazione vincentenella Storia, che ha tutto l'interesse nel perpetuarsi, di contro si adopera alchè questo si realizzi devastando tutto ciò che si frappone al suo cammino.Vengo al dunque, non credo che la possibilità di "pochi managers" di "inginocchiare" un Sistema sia la patologia, ma bensì sono solo il sintomo della metastasi,mi viene in mente il caso Parmalat e l' apatia della Banca d' Italia dinnanzi ad una mobilitazionefinanziaria palesemente improbabile nel contesto della piccola società emiliana;l' ambiguo comportamento del Governatore Fazioin seno alle acquisizioni, al fatto stesso che sino alla sua inscrizione nel Registro degli indagatiquesta figura potesse ricoprire la carica a vita,una sorta di intoccabile, qual'è l'Istituzione essenziale in esseread una democrazia che possa mantenere una struttura così gerarchica è presto detto, nessuna, la Banca d'Italiatu mi insegni è una struttura privata,la partecipazione pubblica è espressa in una percentuale infinitesimale (5%).Per questo sono certo ci saranno pagine di numeri a denunciarne la validità formale, ma non la valenza politica,parlo del conio, in legida ai suddetti, ed al signoraggio risultante nell' opera di sconto alla Entità Statale,e penso alle valutazioni espresse dai Governatori,enunciate a verso di Enciclica, voce del redentore al cospetto delle masse imbellie macchiate del peccato originale.Figuriamoci sono Ateo e convinto assertore della laicità delle strutture pubblico/sociali di qualsivoglia titolo,restio evidentemente al soggiogarmi di fronte ai nuovi predicatori del Dio denaro.Che queste proporzioni ora siano eredità della BCE non inficia il discorso ma ne varia solo le proporzioniTi ho portato velocemente questi esempi, tralasciando gli USA con i suoi oligopoli padroni del Congresso o le sue socitàdi reting per ritornarci magari in seguito, per mettere in rilievo l'accezione della degenerazione del Capitalismo non è operadi pochi ma la sua stessa essenza.Come vedi alla mia "confusione"ho aggiunto altri tasseli, che come Basilea 1-2 fanno parte di un complicato mosaico del quale non ho lacapacità di ricostruzione dettagliata ma cerco di vederne la sua astrazione compiuta, che parla di una globalizzazionedevastante che getta lentamente già durante il secolo passato le sua fondamenta per poi divampare con una velocità dirompente,un'incendio che fa cenere di culture, etnie, religioni, classi, ideologie, una sorta di distruzione mirata al rifacimentodi uno scenario piatto, inconsistente,così drammaticamente eguale e fine a se stesso, lo scenario di un'Occidente usurpatoreche nella sua frenesia produttivistica sta inesorabilmente minando il futuro dei nostri bimbi.Non sono un catastrofista, ma credo fortemente che un domani migliore possa delinearsi solo su basi marxiste, non negli assolutismi dogmaticima della sua evoluzione, così che pssa essere sempre attuale l'utopia della liberazione dell' Essere.E' con questa "astrazione politica" che mi trovo a fare i conti, con questa che vedo il "detrimento di valori veri" che tu mi suggerisci,una conditio sine qua non di queato Sistema malato e morente.Vorrei tornare sulla Cina, è interessante il punto che metti in risalto in seno agli ingenti capitali immessi sul mercato, ma anche quidebbo chiederti di fare un passo indietro per focalizzare l'attenzione su un passaggio tantomeno insidioso, l'accettazione nella WTOdi una cultura da noi così lontana, di un sistema sociale in una realtà pre-capitalista senza alcuna reticenza, non parlo di dazi o quant'altroma della completa assenza di garanzie, almeno dei diritti umani, quelli che sulla carta sono riconosciuti unanimementedalle mOrganizzazioni Internazionali, tralascio volutamente per sintesi la Realpolitik che ci racconta del debito Americano,delle possibilità di veto nelle discussioni fronte ONU, ed una posizione propinente al livello geopolitico,questioni con le quali si coinvive da sempre, così da incentrarmi su come il Capitale Occidentale si sia gettato incurante in quella struttura produttivapre-moderna concentrata nello sfruttamento della mano d'opera senza tutele alcune, questa continua espanzione di luxemburghianamemoria che anche in Europa vede debordare il Capitale sino ad i confini più remoti, devastando Culture e Storie ingenerando nonun virtuoso scambio interculturale multietnico, culla di speranza di Pace, ma un'appiattimento generalizzato alla mera produzione ed al fallace consumo,gretto principio che alimenta odi e violenze.Queste procedimenti si innescano oltre che per gli immediati profitti, anche ed aggiungerei soprattutto, primo per un calmieraggio salariale del comparto produttivo Occidentale, poi per l'annullamento del conflitto sociale interno alle nostre democrazie che tanto ha dato ad esse (la Fiat è esempio odierno su come il Capitale vuole muoversi) un'arresto forzato dell'evoluzione,che porterebbe ad una contrattazione dell'apparato tecnologico tanto inviso al Capitale che a ragione ci legge la sua dipartita.Mi riferisco al sistema tecnologico che E.Severino ci suggerisce, che fa del futuro una presenza ingombrante, lo sviluppo della sapienza cognitiva abinata a possibilità di calcolo e sviluppo dato dai sistemi computerizzati che apre scenari ed interpretazioni più coinvolgenti, quali potrebbero essere la fine dell'alienazione dal lavoro, la fine del lavoro stesso come oggi lo conosciamo, basato sullo sfruttamento dell'uomo a beneficio specifico della proprietà privata dei mezzi di produzione, è questo che l'attuale governance mondiale sta rallentando, cercando di dominarlo.Il suo modus operandi si è palesato concretamente con questa crisi che ha la sua crisalide nel sovvenzionamento debitorio del consumismo Occidentale oramai immerso nel post-modernismo ed i suoi gagli tecnologici.La evidenza dell'inadeguatezza culturale di questa classe politico-dirigenziale sta nelle soluzioni che si vanno delineandonei piani finanziari, che evidenziano oltremodo il loro asservimento al Capitalismo lasciando intatte le strutture mondiali ed adoperandosi ad un livellamento al ribasso delle classi piccolo borghesi e proletarie.Mi spiace essermi dilungato oltremodo ma i punti toccati hanno una capacità di sviluppo che ti assicuro questa non è che la estrema sintesi, è evidente che la situazione richiede una analisi attenta, quasi maniacale, sul solco gramsciano credo che per giungere ad una prassi rivoluzionaria occorra una minuziosa inelleggibilità della Storia, tanto di quella passata che di quella che ci circonda ed al risvolto futuro, se di questo vogliamo esserne parte attiva.La semplificazione a sterili forme algebriche porta a rezioni inevitabili,forme altrettanto sterili che pericolose,quale la nascita dei nuovi nazionalismi ottusi o beceri razzismi fascistoidi, di questo ne siamo testimoni oggi in Belgio come in Olanda o come all'interna demenziale Lega Nord, opzioni che ci reimmergono in un passato tanto caro al Capitalismo.

Ringrazio Laura per la collaborazione


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