mercoledì 23 giugno 2010

A proposito del liberismo

buongiorno Paolo,

effettivamente gli aspetti che hai passato in rassegna confluiscono tutti in un unico collo di bottiglia: quale sarà il futuro della nostra società? credo che, sebbene l'Italia sia un paese che provi a proiettarsi verso un futuro progressista, cercando di entrare a far parte di quella cerchia di accoliti del capitalismo americano, essa stessa mantiene in se delle caratteristiche tali da non consentirle di perdere quel tipico stampo "pubblicistico" tanto caro al vecchio sistema. Il posto pubblico, la tangente, il politico corrotto, la raccomandazione, l'università blindata da vecchi soloni, la pubblica amministrazione e la sanità che sono prevalentemente sotto l'egida di pochi controllori, il sistema bancario e finanziario che cerca di assumere connotati europei, internazionali, ma che - come indicavi tu stesso - evidenzia falle di cui l'ex Governatore Fazio ne è stato l'emblema.

Evidentemente io posso fornirti alcune informazioni di carattere tecnico perchè sono quelle che conosco meglio. Le valutazioni sul caso Parmalat sono state ampiamente passate in rassegna da moltissimi giornalisti ancora prima di me: semplicemente un grande gruppo bancario ha finanziato il gruppo alimentare; una volta resosi conto che la società aveva delle notevoli difficoltà di liquidità e che non sarebbe stata in grado di ripagare il debito contratto, il gruppo bancario l'ha supportata nell'effettuare un'emissione obbligazionaria. In questo modo, questo ha non solo ottenuto il pagamento delle commissioni lucrate per l'organizzazione dell'operazione, ma con la liquidità ottenuta dal mercato, a seguito dell'emissioni di obbligazioni sottoscritte dai risparmiatori direttamente e indirettamente attraverso quote di fondi di investimento (come corporate bond), si è "messo al sicuro", scaricando il debito che il gruppo alimentare aveva contratto con lo stesso sul mercato. Cioè sui risparmiatori. In poche parole l'emissione obbligazionaria è stata studiata a tavolino dal gruppo bancario per non far parte di quella schiera di creditori che avrebbero fatto i conti con un gruppo industriale che, sebbene in utile, aveva delle falle di liquidità che l'hanno poi posta in amministrazione straordinaria.

Ma di situazioni illecite ne sono emerse anche delle altre, vedi la vicenda Fiorani.

Quanto alla tua posizione sulla Cina sono anche io consapevole che in questo Paese, ora assunto come esempio dello sviluppo economico a due cifre, manchino completamente difese sociali per i lavoratori. Così come mancano ancora in Paesi europei dell'est i quali, sebbene facciano parte dell'UE, hanno paghe salariali nettamente inferiori a quelle italiane e questo, ovviamente, comporta che molte imprese produttive italiane preferiscano trasferire la produzione altrove, dove il costo unitario del prodotto è considerevolmente più basso. Ci avevano assicurato che nel medio periodo si sarebbe determinato un adeguamento salariale. Non è avvenuto, evidentemente.

In Italia secondo me, quindi, sarebbe preferibile parlare davvero di meta-capitalismo. Non abbiamo una cultura adeguata. Forse è un bene. Abbiamo falle sociali che devono essere curate e il contesto sociale deve essere adegatamente informato.

Un mercato forma prezzi adeguati al rischio se dispone di tutte le informazioni. Se, quindi, ogni cittadino disponesse di informazioni complete, esaustive, corrette e oggettive formerebbe quella propria coscienza che gli consentirebbe, così, di saper discriminare, di saper decidere, di saper scegliere con cognizione e virtù. Ho l'impressione che manchi l'istruzione, quindi, la cultura.

Spero ancora nell'esistenza di piccoli paradisi sociali che trovano nella famiglia il proprio naturale interlocutore. Offrire ai propri figli esempi morali è il primo passo da compiere.

Non sono una persona che si arrende facilmente. Sostengo, però, che sovvertire taluni sistemi radicati e incancreniti sia necessario avviare prima una rivoluzione culturale.

Una coscienza sociale parte dall'educazione. Senza, però, trascendere, negli estremismi. Informazione leale e oggettiva per la libertà di scelta e decisione.

ciao



Ciao Laura,

sono di nuovo in contrasto con te, la tua linea è tanto saggia quanto idealista, mi sembra tu sia influenzata dal liberismo classico che da Adam Smith si ripercuote inspiegabilmente ad oggi. L’economista scozzese, evidentemente trasportato dalla propulsione illuministica, tracciò un quadro dove un mercato libero di liberi popoli avrebbe inevitabilmente ridistribuito i suoi profitti equamente a tutti, indotto dall’eticità e giustizia insita nell’uomo e nelle sue costruzioni sociali e concorrenziali.

Questa linea teorica che tanto è attualmente considerata, sfugge oggi per licenziabilità, all’ora per questione temporale, all’immensa mole di lavoro di Marx ed alla sua analisi dettagliata e rivelatrice del modus operandi del Capitale, che in quanto tale è votato ontologicamente allo sfruttamento ed è inevitabile che la condizione sociale non possa essere un fine ma bensì semplice mezzo per ottenere il fine privato ultimo dell’appropriazione indebita.

Ugualmente fai tu astraendo dalla realtà empirica del Capitalismo,

precognizzando speranze in un mercato romanticamente gestibile in virtù di una libera scelta dettata da un potere culturale,

quindi quand’anche mai si raggiungesse una condizione di così elevata caratura, tu comprendi che, fermo restando l’accezione Capitalistica avremmo solo variato latitudine allo sfruttamento della depravazione produttivistica e se così facendo non potremmo senza dubbio assurgere alla massima di kantiana memoria quale che “la tua volontà possa elevarsi a legge universale” , ci troveremmo daccapo in un contesto di assurda predominanza verso intere popolazioni assoggettate alle nostre vicissitudini, spostiamo gli assi ma l’edificio è in piedi.

E’ per questo che torno alla mia totale avversione a questo Sistema ed alla sua irriformabilità,

la Rivoluzione non serve solamente culturale.

Per ultimo, da quel che ti conosco comprendo la tua combattività ma l’impressione che sarà comunque l’entourage a riassorbirti e si adopererà, al che tu ti assoggetti ai loro dettami, credo e spero tu possa spostare la tua conoscenza e la tua costruttiva alienazione a formazione di nuovi obiettivi comuni.

Ciao,

Paolo



ciao Paolo,

effettivamente abbiamo visioni diverse. Non credo di essere assoggettata al sistema, ma l'unica soluzione per cambiarlo sarebbe una rivoluzione. Pomigliano mi dà stamattina il segno che nemmeno la classe sociale che per propria natura dovrebbe essere contrapposta, in modo civile, al capitale, si sia difesa. L'accettazione di quelle ridicole quanto avvilenti condizioni, rende veramente poca giustizia e merito alle lotte che sindacalisti come Lama (di cui mio padre era collaboratore) hanno portato avanti nel corso degli anni '70.

Resto dell'opinione che manchi istruzione e cultura sociale. Resto dell'opinione che assistiamo alla diffusione dell'egoismo primordiale: auto nel garage, mare ad agosto e partita di calcio la domenica e tutto il resto può fottersi!


A presto

un caro saluto

laura

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