sabato 9 luglio 2011

Bertinotti e Co.

Mi permetto di fare un'appunto,non certo su Bertinotti personalmente inviso anche in tempi non sospetti ( comunque prima della sua chiara virata socialdemocratica) la questione è comunque data :

una buona parte dell'intellettualità postcomunista si è decisamente schierata al fianco di quel che C.Preve chiama clero postmodernista,

portando con se tutte quelle contraddizioni in nuce al loro personalissimo pensiero,portando in veste di verità il loro pentimento,in potenza alla loro visibilità e notorietà hanno sostituito arbitrariamente la dialettica in negazione profonda, rafforzando la vulgata popolore che non in un post ci troviamo, ma in una fine del comunismo stesso.

Concludendo,il danno che noi tutti Compagni abbiamo ricevuto da questi figuri ci è noto nella sua evidente realtà,ma credo che il confronto con essi è dovuto,è dovuto proprio in quanto detto ora,certo bisogna creare sempre quella situazione in cui si possa contraddire la loro falsa coscienza ,

con quelle argomentazioni di cui disponiamo e sono quelle che debbono portarci al superamento di quelle contraddizioni che tanto rifuggono gli ex compagni,argomentazioni che tengano ben salda la libertà individuale in seno a società libere,conclusioni queste che il Bertinotti come il Vendola o quanti altri son fuggiti dalla soluzione rivoluzionaria in periodi di buio civile avanzando soluzioni pregne di retorica ma povere di sostanza,

sono altresì,a mio avviso pregati di venircene a parlar ora che questo buio si è allargato penetrando in ogni dove grazie anche alla loro accondiscendenza.

Daccapo ed in ultimo,se abbiamo ancora la forza culturale,se sappiamo ancora utilizzare la forza delle nostre idee,che vengano pure i nuovi arrivisti a confrontarsi,ben inteso su un piano di dibattito plurale.

Se poi come ho sentito dire,c'è una certa volontà di avvicinamento a SEL,bè in tal caso,se non sarà ben chiara la distinzione.... sarà l'ennesimo errore della dirigenza.

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